La Visita guidata a Barcellona

Giornata di approfondimento su Gaudì e il Modernismo Catalano

Facoltativa (non compresa nel pacchetto). Per info su modalità, costo e prenotazioni: info@folknostrum.it
 
 
Programma:
 

Lunedi 12 MAGGIO

A PASSEGGIO PER BARCELLONA

Gaudì e il Modernismo Catalano

Accompagnati da Carla Vaudo

La giornata di lunedì è interamente dedicata alle visita di Barcellona.

Il nostro incontro con Barcellona sarà inscindibile da quello con l’artista che meglio ha saputo cogliere l’essenza della sua anima e che ha legato indissolubilmente il suo nome a quello della città: Antoni Gaudì. Il nostro primo incontro sarà nell’onirico Parc Güell.

Parco comunale dal 1923 e Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dal 1984, questa autentica magia architettonica fu progettata dal genio di Gaudì al posto di una casa-giardino voluta originariamente dal conte Eusebi Güell, amante delle belle arti e membro di un’associazione politico-culturale, il Centre Català, fondata nel 1882 per promuovere il ritorno alle tradizioni locali e la modernizzazione del paese. Antoni Gaudì decise di sfruttare le sue conoscenze urbanistiche, miste alla creatività artistica e all’esuberante immaginazione, per realizzare un’urbanizzazione in mezzo alla natura. Il risultato è il Parc Güell, un complesso magico e fiabesco, caratterizzato da un’atmosfera suggestiva e surreale. Strutture in stile fumetto, come i comignoli a forma di fungo, padiglioni fiabeschi, piastrelle trencadis, arcate gotiche caratterizzano questa splendida creazione.

La Casa-Museu Gaudì, dove egli visse per 20 anni, è dedicata alla vita dell’architetto.

Continueremo ad immergersi nel mondo magico dell’artista passeggiando nel quartiere di Eixample, dove ammireremo la Casa Battlò e nel Quadrat d’Or la cosiddetta Manzana de la Discordia, l’isolato della discordia, uno stupefacente complesso di case, il cui nome deriva proprio dal contrasto estetico tra i tre edifici principali La Pedrera, la Casa Lleo Morera e la Casa Amatller.

Commissionati all’inizio del 1900 da famiglie borghesi in competizione tra loro, gli edifici sono creazioni di tre grandi architetti modernisti: Gaudì, Domenech i Montaner e Puig i Cadafalch. A Domenech si deve il progetto della Casa Lleo Morera, ornata di sculture, ceramiche, vetro istoriato e ferro battuto. Al suo interno alcuni dei più bei mobili in stile modernista. Puig i Cadafalch costruì la Casa Amatller, di ispirazione gotica, sebbene sfoggi deliziose ceramiche decorative di tipico stampo modernista. Per esempio, la cima della facciata color ocra è un trionfo di ceramiche blu, beige e rosa con fioretti bordeaux.

La Pedrera è una creazione fantastica e surreale completata nel 1910, e rappresenta la più notevole opera di architettura civile di Antoni Gaudì, che vi lavorò prima di dedicarsi completamente alla Sagrada Familia. Si tratta di un condominio magico, da favola, in cui ogni dettaglio porta l’impronta del suo genio visionario. La sua sontuosa facciata, che sembra sfidare le leggi della gravità, è costituita da piani orizzontali ondulati, fissati a travi invisibili ed è caratterizzata dalla presenza tipicamente modernista di ringhiere in ferro battuto. Dello stesso materiale i cancelli, a rivelare l’influenza dei predecessori di Gaudì – quattro generazioni di esperti fabbri.

Il tetto è favolisticamente sormontato da camini che appaiono guerrieri medievali e da condotti per la ventilazione che fanno bizzarre forme organiche.

Casa Batlló è espressione del nazionalismo di Gaudì, un’allegoria della leggenda di Sant Jordi. Il tetto è la schiena del drago e i balconi i teschi delle sue vittime.

Nel 1905, l’edificio si presentava come uno spazio lungo e stretto a pianta rettangolare e l’artista accettò l’incarico di ristrutturarlo, commissionatogli da Joseph Batllò, come una sfida contro se stesso e la sua creatività. Rispetto al resto della casa, il piano terra sembra molto più grande, grazie all’uso di colonne portanti e all’inserimento di un’arcata sopra il portale d’ingresso.

Negli altri piani, invece, pur mantenendo la struttura originale, Gaudì modifica dei particolari che stravolgono l’aspetto della facciata: cambia, per esempio, la forma delle finestre applicandovi i balconi in ghisa, aggiunge alla superficie lievemente ondulata delle decorazioni coperte da un mosaico di pasta vitrea, ornato da dischi multiformi e multicolori. La parte bassa della facciata sembra un enorme fossile, grazie alle decorazioni caratterizzate da motivi ossei. In cima alla costruzione è una torretta con il segno distintivo di Gaudì.

Nel pomeriggio ritroveremo Gaudì visitando l’opera più rappresentativa della sua arte, ora simbolo della città: il Temple Expiatori de la Sagrada Família, familiarmente noto come la Sagrada Familia.

L’Associació Espiritual de Devots de Sant Josep, nata nel 1866 con l’intento di promuovere la fabbricazione di un tempio dedicato alla Sacra Famiglia, ricevette donazioni e acquistò il terreno su cui ora sorge la chiesa. I lavori dovevano essere portati avanti dall’architetto Francesc del Villar, ma dopo disaccordi con l’Associazione, nel 1883 prese l’incarico Antoni Gaudì, che installò il suo studio e si stabilì letteralmente nella chiesa, impegnandosi alla costruzione della basilica con estrema dedizione. Egli lavorò all’infinito progetto per 40 anni, compresi gli ultimi 15 della sua vita. Resosi conto che la costruzione della chiesa avrebbe comportato decenni, se non secoli, dopo la sua morte, piuttosto che esaurire le risorse impostando tutto il gigantesco perimetro, l’architetto catalano preferì completare alcune sezioni dell’edificio in altezza (specie nell’abside), come per lasciare ai suoi successori una testimonianza precisa dell’idea originale.

Dopo la sua morte nel 1926 i lavori continuarono per poco tempo, interrotti dallo scoppio della Guerra Civile Spagnola; ripresero poi saltuariamente nel 1952 sotto la guida di un altro architetto, che cambiò il progetto originale, andato perso a causa di un bombardamento durante la guerra civile. Finanziata grazie alle offerte dei fedeli, la costruzione avanza oggi a ritmi lentissimi, a causa dei costi elevati, oltre che della difficoltà del progetto. Si stima che i lavori possano terminare entro il 2030.

Osservare i lavori in corso con scultori aggrappati alle guglie, manovali che incidono grossi blocchi di pietra, ponteggi e impalcature ovunque, ci permetterò di entrare nel vivo dell’opera di creazione della struttura.

 

Pranzo libero. Cena in nave.

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